Il "lavoro" nell'intervento del Card. Angelo Bagnasco al Consiglio Generale MCL
“Chiarezza e convinzione”. A chiederle ai cattolici, a chi s’impegna in politica e all’Europa è stato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che intervenendo a Roma al Consiglio nazionale di Mcl (Movimento cristiano lavoratori) ha definito “una bugia storica” l’affermare che la Chiesa sia attenta ai valori del prima e dopo e non al “durante”, di cui il lavoro “è una dimensione essenziale”. “Da duemila anni - ha affermato il cardinale - la vicinanza alla vita non solo nella sua fase iniziale o al suo termine naturale, ma anche nel ‘durante’ è ampiamente testimoniata, soprattutto quando altre autorità o riferimenti non esistono neppure”.
“È guardando alla vita umana - ha spiegato - che la famiglia scopre il suo volto e la sua irrinunciabilità, perché salvaguarda e trasmette l’umano dell’umanità, educa nella differenza sessuale e assicura il futuro”. La tendenza attuale, invece, è quella a “liquidare” i cosiddetti valori non negoziabili “come un fatto culturale, un fatto storico e, pertanto, variabile”. “Mi sembra - ha notato a questo proposito il presidente della Cei - che la cultura europea oggi sia sostanzialmente una cultura debole e superficiale: debole perché non ha organizzazione profonda, superficiale perché si limita alla mera e quasi automatica applicazione di alcune categorie che sono diventate dogmi, come la tolleranza e la discriminazione”.
E di “convergenza concreta e visibile sui valori fondamentali, ovunque i cattolici impegnati in politica siano candidati”, ha parlato Carlo Costalli, presidente di Mcl, auspicando “strumenti nuovi di presenza”, perché “non ci arrendiamo - ha spiegato - né a uno smarrimento diffuso, né alla dispersione della presenza” dei cattolici impegnati in politica. “Il mondo cattolico - ha assicurato - non è scomparso dalla politica, è solo perplesso per come si sono sviluppati alcuni percorsi”.